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Un libro scomodo : L’affaire Moro di Leonardo Sciascia

Chiara Vigliano

Résumé

Leonardo Sciascia termina di scrivere L’affaire Moro il 24 agosto del 1978, a Racalmuto. Le Officine Grafiche della Siace di Palermo finiscono di stampare il libro il 12 ottobre dello stesso anno per l’editore Sellerio. Le copie sono 120. La prima vicenda editoriale si consuma nei mesi immediatamente successivi all’assassinio del presidente della Democrazia Cristiana.
Nel 2003, Adelphi ripubblica l’opera, integrandola con la relazione di minoranza presentata dal deputato Leonardo Sciascia in qualità di membro della Commissione parlamentare di inchiesta su la strage di via Fani, il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, la strategia e gli obiettivi perseguiti dai terroristi.
Il libro, tra indagine storiografica e opera letteraria, rappresenta nel contesto storico di quel periodo un atto di coraggio : l’autore sceglie di analizzare, commentare e pubblicare parte della documentazione e delle lettere intercorse tra Aldo Moro, la famiglia e i dirigenti della Democrazia Cristiana, in un momento in cui a quella corrispondenza molti assegnavano dubbia e scarsa credibilità.
L. Sciascia analizza con il consueto rigore intellettuale la figura dello statista e il suo linguaggio prima e durante la prigionia, ispirandosi – per quanto concerne il prima - ad un articolo di Pier Paolo Pasolini, a tutti noto come L’articolo delle lucciole. Con la medesima lucidità affronta alcuni comunicati delle Brigate Rosse e l’ultima telefonata, quella del 9 maggio, in cui un brigatista comunicava al professor Franco Tritto, amico della famiglia Moro, il luogo del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, in via Caetani.
La tesi di L. Sciascia è tutta contenuta nella citazione di Elias Canetti con cui si apre il libro : “La frase più mostruosa di tutte : qualcuno è morto al momento giusto” (E. Canetti, La provincia dell’uomo).

Sintesi e qualche annotazione bibliografica

La comunicazione si propone di analizzare L’affaire Moro, puntualizzandone i nodi problematici più significativi ovvero :

- La tesi sostenuta da L. Sciascia e la posizione assunta dall’autore in quel preciso contesto storico (Relazione di minoranza presentata dal deputato Leonardo Sciascia in qualità di membro della Commissione parlamentare di inchiesta su la strage di via Fani, il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, la strategia e gli obiettivi perseguiti dai terroristi, 22 giugno 1982).

- Il dibattito tra intellettuali e politici suscitato dal libro alla sua pubblicazione e nei decenni successivi (cfr. Atti del Convegno - seminario “L’affaire Moro – testo e contesto di un mistero italiano”, 5 e 6 dicembre 2001, Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati – Roma in Quaderni Leonardo Sciascia, L’uomo solo, n. 7, La vita felice, dicembre 2002).

- Le riflessioni dell’autore sul linguaggio di Aldo Moro (prima e durante il sequestro) in relazione all’articolo Il vuoto di potere in Italia (“Corriere”, 1 febbraio 1975, raccolto in Scritti corsari, con il titolo L’articolo delle lucciole) e ad altri articoli e note di linguistica di P. P. Pasolini (si veda il libro Empirismo eretico).

- L’analisi del linguaggio delle Brigate rosse nei loro comunicati e in generale l’atteggiamento da loro assunto nei 55 giorni di prigionia di A. Moro e al momento dell’ultima comunicazione alla famiglia Moro del 9 maggio 1978.

- L’analisi intertestuale di L’affaire Moro e altri due romanzi di L. Sciascia : Il contesto e Todo Modo, dallo stesso autore citati nel secondo capitolo (si veda tra l’altro Giustizia come ossessione. Forme della giustizia nella pagina di Leonardo Sciascia, in Quaderni Leonardo Sciascia n. 9, La vita felice, 2005.