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Ricordare il ’68. L’estate di Letuchè di Rosetta Loy e la “politica della memoria

Hanna Serkowska

Résumé

Modi imperscrutabili e segreti in cui funziona la memoria umana, il rapporto fra il presente e il passato che hanno bisogno l’uno dell’altro, occupano da sempre le menti umane. Il recente volume di Paul Ricoeur, La mémoire, l’histoire, l’oubli, è percorso dal filo rosso dell’aporia dell’operazione mnestica, definita come presenza del passato che è di sua natura assente. Quel che il soggetto riesce a richiamare dal passato è in parte opera sua, in quanto non possiamo avere dei ricordi se non ci sforziamo di richiamarli. Che cosa sia possibile richiamare, nunc, del passato, resta il dominio di approssimazione e dipende da vari fattori come il nostro interesse al passato, o le emozioni (ri)vissute nel momento del ricordare alle quali si associa il ricordo. Parlare del ’68 in tale contesto significa possibilmente invalidarne la memoria, privarla di punti di riferimento fermi, relativizzarla. Le domande che Ricoeur si pone sono infatti le stesse su cui ci invita a riflettere Rosetta Loy nel romanzo in cui si rivisita il ’68. La scrittrice interroga le modalità di funzionamento dell’umana memoria, ne scruta i recessi più inesplorati, costringe i suoi personaggi in una sorta di laboratorio del ricordo. I dubbi da cui muovono quei personaggi sono : se il ricordo sia la rappresentazione o la percezione della cosa precedentemente acquisita, imparata, in virtù di che cosa esso sia suscitato nel presente, ma anche se siamo ugualmente capaci di rievocare il passato e di liberarcene.